Se questo è ciò che rimane dell’arte meglio obliare ogni ricordo di bellezza. Si soffre meno.

Anche il generoso Cattelan, afflitto come tutti noi dalla situazione mondiale, si è messo una mano sul cuore e ha deciso di aiutare i suoi connazionali. Ha pensato di utilizzare la sua privilegiata posizione di personaggio pubblico per diffondere messaggi importanti.

«Ci si deve sostenere con braccia coraggiose in mezzo al caos delle rovine, nel quale la nostra vita è sminuzzata, e attaccarci fortemente all’arte, alla grande, alla duratura arte, che, al di sopra di ogni caos, attinge l’eternità – l’arte che dal cielo ci porge una mano luminosa, così che noi stiamo sospesi in ardita posizione, sopra un abisso deserto, fra cielo e terra.»

Si potrebbe pensare che furono queste parole di Wilhelm Heinrich Wackenroder ad ispirarlo, verosimilmente fu “Musica del cazzo” di J-Ax cantata per l’occasione da Fedez – questione di risonanza – che aleggiava mentre, afflitto, era in “attesa” di un colpo di genio degno di Fontana.
Filantropo al pari di Fedez, lo immaginiamo disteso sul pavimento – tra la vita e il sogno, la luce e il buio, dove forze oscure si scatenano – cercare senza sosta una soluzione per aiutare i connazionali.
Nella sua casa quasi vuota – lui fa appello all’“outsourcing”, il decentramento fatto casa, praticamente il nido del cuculo – il suo sguardo ecosostenibile cade distratto sulla prima edizione della “Antologia di Spoon River” che usa come sottobicchiere, mentre sornione ripensa al seno della sua insegnante alla scuola media. Sorseggiando il suo kopi luwak (fatto con chicchi di caffè espulsi con le feci da un animaletto probabilmente iperteso), tra un ricordo di “Promessi sposi”, un grugnito e una grattata ecco che sorride ripensando a Zio Fester con la lampadina in bocca.

La sua mente di Lanzichenecco ha partorito l’ideona!
Un mesto e lapìdeo pertugio sui Navigli.

Ho amato molto la famiglia Addams e vedere riesumata Mano, successivamente impiegata come manodopera per il lavoro sporco, mi fa un certo effetto.

A cosa potrebbe servire tale pertugio?
Dunque vediamo; chiusure, distanziamento, malattie, DDL.
Trovato!
Da buon veneto sa bene che con un sorso di grappa passa tutto!

Ma l’eclettico artista non vuole certo rinnovare il gioco “scemo & più scemo” che ha causato la scomparsa del concetto nell’apparato digerente di mangiatori di banane.
La Sgrappa la paghi e l’alto messaggio impresso sulla bottiglia (L.O.V.E., comunemente nota come Il Dito) non lascia dubbi. Ecco come nasce il bar temporaneo con mano d’artista.
Ma d’altronde aveva già candidamente dichiarato la sua inutilità a The Guardian «Io non faccio nulla» (e non parlava di ozio creativo).

Certo è che Cattelan comprende bene come vanno le cose e ne approfitta. Ma diamogli una possibilità di redenzione. Magari nel 2001 con “Him” (Hitler di cera, poliestere e capelli umani più lacrime di coccodrillo) cercava di metterci in guardia?
A vederlo oggi si direbbe un messaggio subliminale per imprimere in modo ambiguo, nei livelli profondi della coscienza, che la dittatura non è poi così cattiva.
Oppure è una Cassandra.

Delle sue opere si dice che generino stupore, ma questa è l’epoca della confusione emotiva.
Se, come diceva Hermann Hesse «Arte significa: dentro a ogni cosa mostrare Dio», e se la bellezza è ciò che dalla vita – e non dalla vite – è attraversato, ci è chiaro il concetto con refuso.
Persino io che sono una inguaribile ottimista mi vedo costretta, tra Catty, NFT e Crypto Art, a gettare la spugna.

Termino nell’orrore estrapolando una frase dal testo “Meglio tardi che noi” – e come dare torto al caro Fedez – “Nulla si crea ma qualcosa si distrugge”.
La bellezza.

Rimpiango le opere coraggiose e profonde, gli Egon Schiele che il nostro asservito artista concettuale avrebbe di certo il cattivo gusto di usare come “Toilet Paper”.

Caro Cattelan,
bitte, keine réclame oder Propaganda.
Lo scempio ebbe inizio nel 1989.
L’arte è preziosa, TIENITELA”.

Fonti:
https://bit.ly/2S3WvNY
• La disperazione e lo schifo.
• Il sottaciuto aspetto politico che si legge tra le righe.

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