L’uomo è ciò che mangia. L’uomo mangia ciò che è.

Le culture che hanno mantenuto intatto il rapporto con il corpo e con la terra ricordano che la consapevolezza comincia da ciò di cui ti nutri.
Mangiare e nutrirsi non sono la stessa cosa:

il mangiare è l’atto meccanico di riempire la pancia, in modo disattento e ingrato verso ciò che si sta mangiando e verso se stessi;
il nutrirsi è il processo psicologico con cui ci si alimenta in modo attento e rispettoso verso ciò che si sta mangiando e verso se stessi.



La nostra civiltà industrializzata ha ridotto l’ingestione del cibo a un processo meccanico. Induce a rimpinzare lo stomaco per alzarsi da tavola a pancia strapiena. E questo è pericoloso!

Se fai attenzione, ti accorgi che mangiare certe cose significa non avere rispetto di te stesso.
Mangiare cibo spazzatura ti rende una pattumiera umana e fa perdere sempre più stima di te. Inoltre, mentre ti nutri, il tuo stato d’animo è importante quanto ciò che ingerisci: il cibo ti influenza in maniera diversa se ti alimenti con gioia o tristezza. Se mangi colmo di preoccupazioni, anche il migliore dei cibi ha effetti tossici sul tuo organismo. Se mentre mangi la TV trasmette brutte notizie, in quel momento stai immettendo nel tuo organismo quelle nefandezze.

A livello fisico, il cibo giusto per te dovrebbe essere sano, non eccitante e non violento; a livello psicologico, la tua mente dovrebbe essere in uno stato di gioia; a livello dello spirito, dovresti sentirti colmo di gratitudine e di riconoscenza. Queste tre cose fanno del cibo ingerito il giusto nutrimento.

Quanto detto vale anche per gli altri due nutrimenti dell’uomo: l’aria che respiri e le relazioni con le altre persone. Il vivere ansioso fa rattrappire il respiro, alimentando nuove paure. E ogni persona, ogni luogo, ha una sua vibrazione, che può nutrirti o avvelenarti (come l’aria pulita o inquinata che respiri).

Ludwig Feuerbach, filosofo tedesco dell’Ottocento, scrisse: «L’uomo è ciò che mangia».
Questa massima, che avrebbe avuto grande fortuna, è però anche un gioco di parole (si ottiene invertendo i verbi) che significa «L’uomo mangia ciò che è».

La frase in tedesco è: «Mann ist, was er isst». Ist, «è», e Isst, «mangia», sono simili nella grafia e nella pronuncia.

C’è una perfetta identità fra essere e mangiare. La tua identità dipende dal cibo che giorno dopo giorno immetti nel tuo corpo per farlo vivere e funzionare. E, al tempo stesso, il cibo non è un semplice oggetto nutritivo, ma è una vita che metti in forno o in padella per mantenere la tua, di vita. 



Tanti anni fa, in un’intervista, mi chiesero perché sono vegetariano. La mia risposta fu molto sintetica (e la penso ancora così):
Non mangio animali. Non riesco a digerire l’agonia.
– Tratto da: Gianluca Magi, “64 Enigmi. Cavalcare i Mutamenti” (Lindau).

10 Novembre Incognita (Pesaro)
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Gianluca Magi, “Gioco dell’Eroe. La porta dell’Immaginazione”, con Presentazione di Franco Battiato e traccia audio per il download.

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