ll valore non fugace di vivere all’interno del “mondo evanescente”. Scostando la cortina del mondo quotidiano, un prontuario di saggezza mondana e princìpi di comportamento derivato dalla diretta osservazione del vasto campionario di situazioni concrete, autentiche.

Come sottratta al dazio del tempo, la vigoria dei capitoletti che aggrumano questo prontuario di saggezza mondana e princìpi di comportamento deriva dalla diretta osservazione del vasto campionario, passato in rivista, di situazioni concrete, autentiche, scritti da chi, dopo un cimento durato l’intera esistenza, è pervenuto alla radice del sistema di mosse alla base della partita della vita e ha affinato le sue qualità di umanità, di finesse, di comprensione del cuore degli uomini.
Tali qualità sono qui condensate in un guscio di noce per consentire all’uomo di attraversare le interrogazioni fondamentali, quelle della vita, equipaggiandolo di un valido orientamento nel burrascoso mare del “mondo evanescente”.

Il suo giro d’enunciati, misto di buon senso e ironica giovialità di cui sempre è ben provvisto il popolo tibetano, guadagnò la sua importanza grazie al fatto di aver rappresentato, con la dottrina della consapevolezza dei propri limiti e della moderazione, un’accessibile concezione etica in grado di dirigere l’esistenza al conseguimento dei fini nei quali consiste il valore non fugace di vivere all’interno di un mondo impermanente, effimero, della consistenza di un sogno.

◼︎ tratto da: Gianluca Magi, La vita è uno stato mentale, postfazione di Grazia Marchianò, Piano B, 2022, pp. 15-6.
[Prima traduzione integrale dal tibetano in una lingua occidentale]

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