La naturalezza di una amicizia sincera che dal privato si proietta verso il lettore consemplicità utile e lucida davanti alla grande impresa di scrivere dello stato in cui tutte le parole indietreggiano. La conoscenza sempre meno accessibile di una prospettiva differente di liberazione all’infelice uomo contemporaneo.

La Morte, divoratrice di tutto e sorgente di tutte le cose che saranno. La morte appartiene al saṃsāra, la trasformazione cosmica, il movimento che permette continuità.
Il libro Lo stato intermedio, edizione Piano B, nasce dal dialogo tra Gianluca Magi e Franco Battiato: la naturalezza di una amicizia sincera che dal privato si proietta verso il lettore con semplicità utile e lucida, per creare una riflessione accessibile che è possibile indagare ulteriormente coi puntuali consigli alla lettura. È la grande impresa di scrivere dello stato in cui tutte le parole indietreggiano.

Del farlo senza la morbosità moderna, anzi con l’invito ad un ritmo più umano, scandito dal godimento del proprio respiro sano, non ingozzato od ansimante.

Gianluca Magi ripercorre le tradizioni e le mistiche delle società preindustriali conosciute, occidentali ed orientali, ed il loro atteggiamento di fronte la morte. Dall’epopea di Gilgamesh del mondo mesopotamico e paleobabilonese, agli antichissimi Veda in terra indiana; e poi le Upaniṣad dei circoli brahmanici. La Kaṭha Upaniṣad narra la discesa negli inferi di Naciketas, e del suo incontro con Yama, ora re dei morti, in origine, nel periodo vedico, unico mortale (e primo a diventare immortale) che genera la razza umana scegliendo di non generare, per non commettere incesto. Yama tenta Naciketas, ritenendolo degno gli rivela che dopo la morte si rinasce. Ma chi, durante la vita ha scrutato dentro di sé per rimanere attento nei suoi pensieri, azioni e parole, troverà la chiave per giungere alla felicità dell’Assoluto. Ed ancora i frammenti pitagorici e orfici, l’Egitto Tolemaico con le sue formule misteriche. Il Papiro di Torino de Il Libro dei Morti, con le istruzioni per “uscire al giorno”. Dante Alighieri e le sue possibili influenze sapienziali mediorientali: La saggezza sufi nel Sayr al-‘Ibād ilā ’al-Ma’ād, Viaggio nel Regno del Ritorno del poeta persiano di Ghazna, Hakīm Sanā’i (1080 ca. – 1150 ca.). Il Kitāb al-Mi’rāǵ, Il Libro della Scala, di cui Alfonso X di Castiglia, ordina una traduzione spagnola al medico ebreo Abraham Alfaquim, e le due versioni in latino, Liber Sca- lae, ed in antico francese, Livre de l’Eschiele Mahomet redatte da Bonaventura da Siena, conosciute con il titolo di Libro della Scala di Maometto e diffuse in Europa a partire dal 1264.

Questo itinerario, sul viaggio che comincia con la nascita, possiede la lucida visione della direzione dell’uomo civile contemporaneo che aspira solo a sopravvivere alla propria vita, rimuovendo a parole, e poi di fatto, la morte. Prolungare la propria giovinezza ad oltranza non è la benedizione di una lunga vita, dei cento autunni.

Certi di non essere mai sazi di giorni, aspiriamo ad una condizione di benessere e di piacere perpetuo la cui vuotezza ci farà invocare l’eutanasia, creando nuovi tipi di dolore. L’alienazione della maledizione di una vita lunga, inquinante, di plastica. Se è possibile riaccendere il desiderio di vita sopito dalla sofferenza, non è possibile farlo se la causa è la noia immutabile. Diverso è l’atteggiamento nel mondo antico persino verso la maledizione di una morte prematura, oggi esorcizzata con l’espressione: “almeno non ha sofferto”.

Malattia, vecchiaia e morte perdono di senso, la fuga dallo spavento e l’orrore che richiamano, rinchiude in una esistenza senza significato, che porterà inevitabilmente all’estinzione o alla reazione. Come l’inferno in altre epoche storiche, oggi la paura della morte è strumento di potere cui far leva. Già Meister Eckhart, mistico domenicano, contemporaneo di Dante, proprio dell’inferno racconta che la sola cosa che vi bruci è la parte rimasta aggrappata alla vita: ricordi ed affetti. Non per punizione, ma per liberazione.
Lo stato intermedio di Battiato e Magi offre allora la conoscenza sempre meno accessibile di una prospettiva differente di liberazione all’infelice uomo contemporaneo.

Il libro inizia con la citazione dal Dhammapada: «L’attenzione è la strada verso l’immortalità, la disattenzione è la strada verso la morte. Gli attenti non muoiono, i disattenti sono come già morti.»

Franco Battiato approfondisce il suo rapporto col buddhismo e trova punti d’incontro tra personalità religiose legate a più dottrine, scienziati, fisici quantistici, asceti, psicologi e filosofi d’ogni tendenza.
Bisognerà per forza attraversare alla fine la porta dello spavento supremo, anche chi non studia assolutamente questo passaggio. La morte è un’illusione individuale. L’individualità è mortale e la vera morte è l’assenza di trasformazione. La morte è la conseguenza della nostra fede nell’assolutezza del tempo e dello spazio.

Il buddhismo insegna l’insussistenza di quell’aggregato incongruo, che si disfa di momento in momento, che è l’Io, la morte simbolica della personalità.
La morte è un esercizio quotidiano, per imparare a distaccarsi da tutto ciò che temiamo di perdere. Chi si impegna a morire costantemente diventa progressivamente un essere umano migliore. Nel film documentario, complementare al libro, Attraversando il Bardo di Franco Battiato, Lama Jampa Gelek racconta: “Dallo stato intermedio del Bardo, prima del concepimento, gli esseri coscienti scelgono la coppia per entrare di nuovo nell’esistenza della vita terrena di noi esseri senzienti”.
Il Bardo Thodol (liberazione “thos grol” [attraverso la comprensione nello] stato intermedio “bardo”) è composto dal grande maestro Padmasambhava, nell’VIII o IX secolo, poi nascosto per essere ritrovato nel XIV secolo da Karma Lingpa, lo “Scopritore di tesori”. Descrive le esperienze durante lo stato tra la morte e la rinascita, secondo la prospettiva degli iniziati del maṇḍala esoterico delle cento divinità di buddha miti e feroci.

Ci si muove così tra concezioni antichissime di altri mondi ed universi paralleli, dove il tempo scorre in modo diverso; il multi-verso teorizzato da Giordano Bruno, oggi nuovamente attenzionato dalla scienza e le supposizioni della fisica quantistica. La possibilità concreta di un universo olografico è una idea più complessa rispetto al semplice paragone con la nostra realtà virtuale, mimesi esaltatrice di debolezze temuta da Platone, da evitare specialmente nel periodo formativo del giovane umano. Non bisogna confondere il velo con quanto esso copre, e non pensare di poter vedere le cose senza un velo, come se dietro ci fosse nuda realtà. È coprendo che esso rivela.
Puntuale e commovente la postfazione della coltissima Grazia Marchianò che ci porta a riflettere non tanto sulla grandezza assodata della figura di Franco Battiato, quanto al debito di gratitudine per una esistenza che attraverso il sano egoismo e la sofferenza cosciente ha portato vantaggio collettivo.

Un’altra figura che è necessario omaggiare, e presente tra le pagine de Lo stato intermedio, è certamente Gabriele Mandel Khan, che nella vastità della sua opera ha regalato all’Italia la prima traduzione del Maṯẖnawī di Rumi.

Piano B è già editore di un altro successo di Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, in cui l’autore ben illustra come possa essere sfruttato in modo assolutamente distruttivo il nostro stato perpetuo di disattenzione verso le priorità che fanno di noi potenziali esseri umani.

Sulla terra è seminato il mutamento. I corpi composti si dissolvono. La dissoluzione non è morte, ma scioglimento di una mescolanza. La vita non è il nascere, ma consapevolezza: il cambiamento non è morte, ma dimenticanza. L’uomo dotato di intelletto conosce se stesso. L’estasi, l’uscire fuori di sé. La morte in vita. La conoscenza mattutina. Il distacco supremo. L’indossare vesti bianchissime per fuggire la nascita dei mortali, nell’attesa della domanda: “Chi sei?”

◼︎ Franco Battiato, Gianluca Magi, Lo stato intermedio, Piano B, Prato 2021.

[Originariamente pubblicato in: La camera dello scirocco, Periodico di arte cultura e società]

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