Cosa accaderebbe se provassi a far mio il pensiero della signora della porta accanto? Ho provato a camminare un po’ dentro ai suoi mocassini e questo è il risultato:

«È una manifestazione inutile, bloccando la città impediscono alle persone di lavorare!»
«Ma stanno manifestando proprio perché vogliono lavorare.»
«Manifestazioni come queste andrebbero vietate. Ci vuole l’obbligo!»
Lascio al lettore di che obbligo si parli…

Ma sì, per una volta scelgo di essere contro la controcorrente e di adeguarmi alle linee guida.
Quelli che manifestano per “la libertà” sono totalmente fuori luogo, come i proclami che vengono inneggiati durante i loro inutili cortei. Che poi: gente che sfila senza mascherine, cantano, battono tamburi, che bevono i caffè a meno di un metro di distanza senza prima essersi disinfettati le mani. Ma dove siamo? Non li leggono i giornali? Non ascoltano quello che da un anno e passa ci dicono i virologi nei talk show?
Per acquisire credibilità, e per far vedere che un virologo è anche un uomo di mondo, ne hanno perfino fatto sfilare uno in smoking al Festival del cinema di Venezia. Chissà cosa ne avranno pensato i lavoratori del cinema dopo due anni di stop? Forse quel gesto rappresenta la luce in fondo al tunnel. Deve essere proprio così.

Ma ritorniamo alle nostre città.
Io direi che è ora di dire basta agli aperitivi troppo libertini che si vedono in questi giorni di spensieratezza. Mi sentirei più sicuro in luoghi come, ad esempio, la stazione di Bologna dove devi camminare seguendo una linea di colore verde (ah, ma quanto è bello il “green”!) dove ogni tuo passo è seguito da una telecamera o da una guardia armata ad ogni varco. E poi ci sono quei magnifici altoparlanti con i loro moniti sulle norme di comportamento da seguire. E tutti a camminare in fila per la sicurezza collettiva!
Ecco, mi sentirei molto più sicuro se anche il mio vicino di casa fosse marchiato e mi piacerebbe tanto poterlo denunciare se non lo fa. Anzi, quasi quasi adesso mi informo se è possibile farlo.

Io credo fortemente nella democrazia ed è anche per questo motivo che non vorrei che un “no vax” avesse gli stessi diritti di voto di un cittadino onesto come me, e come tanti altri come me. Perché io mi fido e ci credo alle parole di quell’altoparlante e la Beretta nella fondina della guardia giurata mi fanno sentire più tranquillo. Va tutto a gonfie vele.
Ci stiamo togliendo delle libertà, il superfluo se vogliamo, ma lo facciamo col sorriso e per “il bene comune”.

Sto dalla parte di Pier Luigi Bersani quando afferma che “l’ambulanza non la chiamo” se vedo un “no vax” che sta male e anzi, mi da pure fastidio che quelli lì abbiano il diritto a curarsi negli ospedali pubblici.
Le loro tasse? Che le paghino pure, è un loro dovere e a me non interessa!
Le migliaia di sanitari contrari all’obbligo? Sono soltanto dei ciarlatani che nulla sanno di scienza nonostante le loro lauree e gli anni passati a curare i malati. Suvvia, stiamo pur sempre parlando di complottisti!

Ieri ho letto una frase che mi ha colpito molto: «Da quando l’uomo ha smesso di credere in Dio, crede a tutto quanto.»
Non l’ho capita.

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