Incognita Quotidiana dà voce a tutti i comunicati stampa che gli studenti invieranno a: redazione2042@gmail.com.
Non solo per una maggiore visibilità e sostegno nella divulgazione, ma per affinità di Spirito in questa coraggiosa, appassionata e fondamentale lotta di Resistenza.

Alla cortese attenzione
del Magnifico Rettore dell’Università di Verona,
del Direttore Generale,
del Consiglio di Amministrazione,
del Corpo Docenti,
del Senato Accademico,
del Senato degli Studenti,
del Nucleo di Valutazione,
del Comitato Unico di Garanzia,
del Presidio della Qualità,
del Collegio di Disciplina,

con la presente ci rivolgiamo a Voi in rappresentanza di un nutrito gruppo di studenti e collaboratori del mondo universitario, venutosi a organizzare in seguito all’infausta estensione dell’obbligatorietà della Certificazione verde COVID-19 (c.d. «green pass») anche per studenti universitari, docenti e personale Ata, decretata dal D.L. 06/08/2021 n. 111, art. 1 c. 6.

Art. 1, comma 3 dello Statuto dell’Università di Verona

“L’Università promuove una cultura di pace, di rispetto dei diritti umani, della dignità della persona umana, di pluralismo delle idee e di valorizzazione delle differenze, garantisce pari opportunità nel lavoro e nello studio, tutela la piena libertà di pensiero e di espressione e respinge idee di violenza, di discriminazione e di intolleranza.”

Risulta evidente come l’imposizione da parte dell’Università dell’obbligo di possesso di green pass per poter accedere ai luoghi universitari e quindi assistere alle lezioni, usufruire delle biblioteche, di ogni spazio ed attività universitaria sia in totale contraddizione con il principio di cui si fregia l’Università di Verona.

Si tratta di uno strumento che già sta mostrando la propria inefficienza a livello sanitario, poiché nei luoghi “covid-free” si sono verificati casi di focolai e conseguente positività di persone vaccinate: è il caso del focolaio nel reparto di ostetricia dell’ospedale di Carpi; del focolaio sviluppatosi all’interno della RSA di Santa Fiora a Grosseto, che ha portato a un ricovero in ospedale; del focolaio verificatosi nella RSA Meacci di Santa Croce sull’Arno; e ancora, del focolaio sorto nell’isola di Capri.

Inoltre, in Inghilterra si stima ormai che circa l’89% dei positivi sia vaccinato, e che il rapporto vede 4 vaccinati in condizioni gravi contro 1 non vaccinato, e in Israele la media è del 60% di persone vaccinate su 500 ricoveri.

Ci rivolgiamo a Voi poiché sentiamo di non aver avuto prova del rispetto dei nostri diritti, nella più ferma convinzione che il rispetto delle opinioni e delle scelte che ognuno di noi compie per sé stesso, per la propria salute e per la propria vita debba essere sempre garantito, anche quando tali opinioni e scelte si discostano da disposizioni di governo chiaramente anticostituzionali e in contrasto con il Regolamento Europeo.

[…]

Consentire l’accesso agli ambienti dell’Università in base al possesso di un passaporto sanitario è un’inaudita divisione degli studenti in studenti di serie A e studenti di serie B: ai primi è concesso, in un regime di libertà condizionata, di frequentare le lezioni, sostenere gli esami, partecipare ai tirocini obbligatori e ai vari servizi dell’Università, in primis quelli bibliotecari, mentre ai secondi no, venendo al massimo concessa la fruizione di una forma depotenziata di didattica a distanza, pur a parità di spese universitarie sostenute. Esso si configura pertanto come un palese, incomprensibile, insensato e volontario atto di scoraggiamento verso lo studio, il perseguimento degli obiettivi accademici e la partecipazione alla vita universitaria. Il pensiero che questa o altre misure impediscano a qualunque studente di entrare in aula dovrebbe far rabbrividire chiunque.

Certamente palese è il carattere discriminatorio e ricattatorio del cosiddetto «green pass», il quale –come sopra richiamato – costituisce, per esplicita ammissione, uno strumento di pressione alla vaccinazione senza alcun riguardo delle scelte personali, atteso che la via alternativa di ottenimento della certificazione costringerebbe gli studenti a sottoporsi ogni due giorni a un test diagnostico invasivo e costoso.

Che le istituzioni universitarie, avallando e attuando le disposizioni del governo, nonché attraverso le dichiarazioni ufficiali con cui – adottandone pure nel metodo la pericolosa deriva con cui si sostituisce il principio di autorevolezza con quello di autorità, e s’inverte il principio fondamentale dell’onere della prova – fanno propri gli inviti perentori e ricattatori del governo, collaborino al perpetrare detta discriminazione, precludendo il pieno godimento del diritto allo studio agli studenti che non si sottopongano a determinate e arbitrarie terapie farmacologiche, è per noi inaccettabile, inammissibile e inconcepibile.

Questa misura, inoltre, presenta un’ulteriore spiacevole conseguenza, ovvero quella di minare il rapporto di convivialità fra gli studenti stessi, favorendo l’insorgere di atteggiamenti discriminatori ed irrisori nei confronti degli studenti dissenzienti, atteggiamenti che paiono legittimati e coperti dalla predetta discriminazione di Stato. Non possiamo escludere che in futuro questi episodi, per ora isolati, non vadano ad aumentare in numero e intensità, fino a sfociare nella violenza. 

Siamo costrettia ritenere che ogni atto di discriminazione verso uno studente che avvenga in cagione di tali misure, alla luce di quanto sopra esposto, sia avallato dalle istituzioni universitarie.

[…]

Qui il Testo integrale della diffida che è stata redatta a partire dal modello stilato da alcuni avvocati insieme al movimento Studenti contro il green pass di Venezia, con alcune aggiunte curate da Università di Verona contro il green pass, specificatamente riferite allo Statuto dell’Università di Verona.

Incognita Quotidiana continuerà a dar voce a tutti i comunicati stampa che gli studenti vorranno inviare a redazione2042@gmail.com

Per una maggiore visibilità e sostegno nella divulgazione della coraggiosa, appassionata e fondamentale lotta di Resistenza.

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