Il trio sindacalista è prossimo al pensionamento ed ha altro da fare.

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil convocati a Palazzo Chigi alcuni giorni fa in merito alla possibilità di rivedere i protocolli sulla sicurezza con le imprese, sostengono di voler compiacere la campagna vaccinale a tappeto del governo Draghi, ma desiderano “evitare le discriminazioni” del lasciapassare
Quindi chiedono a gran voce una Legge dello Stato.
Chiedono trasparenza: il dramma dell’obbligo vaccinale che già subiscono i lavoratori nel settore della sanità con il DL 44 deve entrare in scena anche su tutti gli altri luoghi di lavoro.
Chiedono rapporti disciplinari che si esprimano in divieti e si servano del “dovere”. 

Mi chiedo come mai, dopo anni di acceleratore premuto facendo appello alla motivazione del lavoratore lusingato dallo spirito di iniziativa e di progetto, che, si sa, è ben più produttivo di frusta e comando, intendono avviare collaborazioni in seno all’obbligo.
Perché passare dal lavoratore che sfrutta se stesso del tutto volontariamente ad un comando in cui il sottoposto è sfruttato/obbligato?

“Sii libero!” è l’imperativo della violenza della libertà sottesa all’autosfruttamento.
“Tu puoi!” è la costrizione autoindotta più fatale della costrizione estranea.

Senza questa libertà e questo potere dove è finito il lavoratore come “progetto da plasmare”? 
Come può il lavoratore fallire se il suo fallimento non è più la sua colpa?

Il compassionevole trio sindacale sfoggia così la sua proposta a palazzo Chigi: «Restituiamo al lavoratore il tempo dell’espiazione e della colpa. Si sentirà gratificato. Salviamolo dall’insolvenza psichica».
Una gran trattativa capitalistica, non c’è che dire!
In effetti questo anti-capitalismo deve averli un po’ affaticati. Il trio sindacalista desidera andare in pensione.

All’anti-capitalismo ci pensi Piero Pelù con il suo intrattenimento: «Tutti sul palco! Mi prenderò cura io di voi! Sù le mani! Spiri-to Li-bero e sto contento quando mi guardi dentro!».

Che si lascino ai palchi i fantasmi degli operai Fiat, Ilva, Gkn, ora che le industrie non ci sono più e che per i lavoratori serve solo un gatekeeper pronto per una bella storiella da trasformare in notizia.
Pelù, J-Ax, et simila, sono perfetti. Già motivati con un “sii libero!” e un “tu puoi!” a far notizia per non cadere in oblio mediatico.

Meglio quindi che il trio sindacalista s’adoperi per l’accelerata finale verso il traguardo: dalla nuda vita come forza lavoro a nuda vita come dato azionario.

I mercati al tempo del Covid sono in ottima forma. In termini di crescita ed inflazione è come essere negli anni Settanta: parola di economista stellato!

Uscendo da quest’infernale iperbole, una domanda eutopica in chiusa che possa un giorno sollevarci da questo fango:
chi desidera piuttosto affrettarsi adagio per nobilitare il lavoro, per interrompere l’illusionismo della prestazione e del potere e per ripensare alla relazione con l’Altro?

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