Zhuangzi (399 a.C. – 295 a.C. ca.). Il grande pensatore taoista vede nel tentativo di esercitare un controllo sulle cose e sulle persone il difetto principale della macchina umana.
Questa settimana incentriamo le nostre riflessioni sul mondo del Tao.
Alcuni lettori (fortunati) di Incognita Quotidiana parteciperanno alle due singolari domeniche taoiste (del 25 luglio e del 1° agosto) in compagnia del mio vecchio maestro di Taijiquan Oscar Magnani, del sottoscritto e di mio figlio Cristoforo. Così ho pensato di predisporre il corpo, la mente e lo spirito verso questo mondo così diverso e (nel profondo) uguale dal nostro.
Prendiamo avvio da una figura di maestro taoista che amo sin da bambino, ancora analfabeta.
Mio padre mi lesse alcune delle sue storie che predisposero la parte migliore di me a sintonizzarmi con quelle altezze sublimi. Poi in gioventù ebbi la fortuna di poter iniziare a leggerlo direttamente dal cinese classico (lingua dalla quale vi offrirò alcune mie traduzioni delle sue storie).
Stiamo parlando di Zhuangzi (Chuang Tzu, nella trascrizione Wade-Giles).
Chi è Zhuangzi, quest’uomo vissuto in Cina tra il 399 a.C. e il 295 a.C. ca.?
Addentriamoci nel suo mondo. Ci è di giovamento.
Salvo gli aneddoti e i discorsi che appaiono nel libro che porta il suo nome, poco o nulla sappiamo di Zhuangzi, di questo grande maestro taoista, meno taciturno di Laozi, il capostipite semileggendario del Taoismo.
Zhuangzi infatti scrisse un testo composto da circa centomila caratteri (nella versione nota), che rappresenta un capolavoro della letteratura universale.
Il mondo di Zhuangzi è semplice: egli fu un funzionario insoddisfatto che si allontanò dal tumulto del mondo della società cinese, per andare a vivere in montagna, praticare la pesca d’altura e all’imbrunire distendersi al riparo di una grande quercia secolare per godersi la felicità delle foglie.
Radunò attorno a sé una ristretta cerchia di allievi a cui parlava del suo mondo, utilizzando storie e metafore dal valore didattico, modalità tipica dei maestri taoisti per suggerire uno stile di vita che non pretendono di imporre categoricamente ad alcuno.
Una terapia della narrazione, dunque, per trasmettere un insegnamento senza incontrare resistenze da parte del mentale.
Uno di questi aneddoti ventila l’idea della presenza di differenti piani di realtà e del mondo della veglia come un grande sogno all’interno di un sogno.
È una storia molto nota. Che leggeremo domani insieme su Incognita Quotidiana.
• Lettura di approfondimento:
Gianluca Magi, Sanjiao. I tre pilastri della sapienza: https://amzn.to/3vEV4DB
❖ 1° agosto
Evento in presenza “Il gioco dei 5 animali. L’arte segreta taoista della lunga vita”.
Replica straordinaria.
Lezione/spettacolo di Gianluca e Cristoforo Magi + parte pratica condotta dal M° Oscar Magnani.
⦿ Programma: https://bit.ly/35AK2ob
▪︎ I posti disponibili limitati sono agli sgoccioli
▪︎ Info & Iscrizioni: Segreteria di Incognita: 340.3820327
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