Diabolé. Tecnica diabolica che collude il maldicente e l’ascoltatore


Nell’Atene classica esisteva una divinità minore chiamata Diabolé, che incarnava lo spirito della calunnia, della maldicenza, della menzogna, della divisione delle persone.
Nel dibattito pubblico, diabolé definiva quella tecnica retorica diabolica che si appellava alla maldicenza per seminare zizzania e discordia, che metteva in pessima luce l’avversario suscitando nell’opinione pubblica un pregiudizio negativo nei suo confronti.
Si tratta di una captatio malevolentiae crea una collusione tra l’accusatore, il diaballon, e l’ascoltatore – che diventa corresponsabile poiché concorre a prestare fede semplicisticamente o in modo irriflessivo ad accuse non dimostrate o infondate.

L’intento di questa disonestà persuasiva è provocare nell’opinione pubblica una forte reazione emotiva, un’ansia pressante, una paranoia che non presuppone il chiarimento, bensì la depressione della consapevolezza logica e valoriale. È l’effetto di molta parte della pubblicità, della modalità dei titoli shock dei quotidiani e, a un tempo, degli spettacoli d’intrattenimento che vogliono mantenere ognuno in uno stato di impotenza prodotto da un prolungato bombardamento della mente.

Una declinazione odierna della tecnica diabolé è la reductio ad hitlerum, una torsione logica del linguaggio per deplorare, condannare, demonizzare e patologizzare l’avversario, stigmatizzato pubblicamente a una sottospecie di Hitler.
Un’altra declinazione odierna è il character assassination, il killeraggio politico, la macchina del fango basati sulla lesione della dignità, sull’intimidazione all’autonomia di pensiero, d’espressione e di libertà di parola; la gogna pubblica attraverso la strumentalizzazione dei fatti; la descrizione faziosa di episodi della vita privata dell’avversario, deformandoli o ingigantendoli.

Non è un caso che Goebbels, il ministro della Propaganda nazista, facesse ampio ricorso al diabolé: calcolava meticolosamente il livello di pericolo e panico suscitati nella popolazione; considerava le conseguenze psicologiche di un’azione propagandistica nel momento della loro pianificazione.

Oggi – e non solo per la campagna elettorale – gli epigoni in miniatura di Goebbels, il diavolo zoppo, avanzano. E occorre fare appello a tutto il nostro equilibrio, alla nostra onestà interiore, alle nostre risonanze armoniche e alle nostre virtù eroiche per non diventare corresponsabili. Per non cedere mai alle forze del brutto o del male.
❖ Rielaborazione di: Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, prefazione J.-P. Fitoussi, Piano B, 2021, pp. 148-9.

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