Commento.
Occorre pubblicare costantemente informazioni e argomenti nuovi, anche non strettamente pertinenti, per denigrare l’avversario a un tale ritmo che, quando eventualmente risponderà, il pubblico sarà già interessato ad altre cose. Le risposte dell’avversario non devono mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse.

Lo storytelling del mainstream, il più ripetuto e il più facile da replicare, conduce il flusso di notizie, modificando le versioni dei fatti a seconda della convenienza. È l’inizio del passaggio dallo stato di autonomia del pensiero allo stato che in psicosociologia si chiama eteronomia: la condizione che non prevede la partecipazione del pensiero riflessivo poiché il soggetto agisce ricevendo dall’esterno la norma e la ragione della propria condotta.
La sottomissione al mainstream è la colonna vertebrale dell’azione delle persone. È l’accettazione di qualsiasi condizione di vita si proponga, anche decadente. È la resa all’obbedienza, accettata volontariamente in assenza di minacce fisiche. Ci si accoda a sostenere l’autorità che schiaccia.
Per la disposizione all’obbedienza, esiste un’espressione in lingua tedesca Pflichterfüllung, «compimento del proprio dovere». Dinamica ripetutamente sfruttata da Goebbels in tutta la sua carriera, come il capitolo Nella mente del diavolo zoppo ha messo in luce…

◼︎ tratto da: Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, prefazione J.-P. Fitoussi, Piano B, 2021, pp. 117-9.
[Libro censurato da maggio a dicembre 2020]

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