Commento.
Tutta la propaganda deve essere popolare, semplice, chiara, stereotipata, fare appello ai sentimenti e alla fantasia, adattandosi al meno intelligente degli individui ai quali è diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle masse è molto limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria.
Uno degli spregiudicati iniziatori della nuova branca della psicosociologia, le pubbliche relazioni, fu Edward Bernays (1891- 1995), nipote statunitense di Sigmund Freud, in rapporto stretto con personaggi come John D. Rockefeller […]
I lavori di Bernays non passarono certo inosservati agli occhi di Joseph Goebbels. Come in America Bernays si prodigò a fabbricare consumatori, collezionando diversi successi nel dar vita all’ondata di consumismo come motore della vita statunitense, così in Germania il ministro della Propaganda nazista impiegò i medesimi perfetti sistemi per mettere in trappola l’intera società e plasmare persone disinformate che fanno scelte irrazionali contro i propri interessi.
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Rispetto agli anni Trenta, il miscuglio attuale di mondo “reale” e “via cavo” rende l’unione tra manipolazione e intrattenimento ancora più efficace: l’incessante bombardamento di video, musica e informazioni in rete, i rapporti prolungati nei social network e negli ambienti multiutente come Second Life interferiscono nello spettro dei rapporti umani, poiché quest’ultimi si distaccano dal tono di voce, dal linguaggio corporeo o dai feromoni, e tendono a creare un mondo infantile di azioni e sensazioni che non hanno alcun senso oltre a quello immediato del ciò che vedi è ciò che è.
Il pensiero davanti allo schermo è di forti sensazioni, di breve durata, come la memoria sempre più a breve termine e come la mania per le gratificazioni immediate di Internet. Il pensiero manca di struttura concettuale, non conosce metafore e preferisce l’emotività alla logica e all’argomentazione.
La distinzione tra propaganda e informazione diventa sempre più difficile. Se la propaganda ha abbandonato il pugno di ferro e il bastone, è perché ora violenza e repressione sono occultate dietro informazioni apparentemente obiettive…
◼︎ tratto da: Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, prefazione J.-P. Fitoussi, Piano B, 2021, pp. 95-7.
[Libro censurato da maggio a dicembre 2020]
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