Come una parte della vita, interiore ed esteriore, che attende di essere scoperta.

Il gioco fa parte dei vari compromessi con cui l’occidentale – figlio dell’illuminismo, del razionalismo e dello storicismo, di Vico e di Kant – può accedere ai “64 Enigmi. Cavalcare i Mutamenti”.
Libro-non libro che va esplorato psicologicamente, come un gioco proiettivo, come una grande, stratificata macchia di Rorschach su cui ognuno può proiettare i propri contenuti latenti o preconsci o inconsci.

Oggi diamo al gioco una grande importanza psicologica e antropologica. Il gioco è un mediatore.
In questo senso “64 Enigmi” è un varco nel tessuto razionalistico del vivere quotidiano, un “reincantamento del disincanto”. Anche se questa espressione ha un sapore un po’ intellettualistico.

La dimensione che mi piace di questo libro è l’allentamento della tensione, l’allentamento dell’ansia.
L’Io è lo spazio dell’ansia – diceva Sigmund Freud – dominato dal Super Ego.
L’uomo è assediato da infinite pulsioni, ma non ha istinti, perciò non può ricorrere a quella matrice meravigliosa di ogni decisione, a cui ricorre l’animale.
Proprio per questo l’uomo è un animale insicuro, ansioso: che cosa mette al posto degli istinti che non ha?
Mette la cultura in senso antropologico.

Come tutti i giochi oracolari che desiderano convertire in qualche modo l’ansia dell’uomo in una certa sicurezza, “64 Enigmi” riprende e sviluppa per l’uomo occidentale del XXI secolo “Il Libro dei Mutamenti”, un libro cinese che si è formato in quattro millenni ed è probabilmente uno straordinario rimando di sentenze sapienziali.

A chi mi chiede se è bene o no consultare i “64 Enigmi” io dico:
non chiedete se non il senso di quello che vi sta accadendo perché, se è legittima la delega alla donazione di senso, non è legittima la delega della responsabilità della decisione.
In quest’ultimo senso, “64 Enigmi” può essere anche pericoloso.
Parimenti pericoloso è lo scetticismo dell’uomo rassegnato, la cui caratteristica principale non è solo la privazione dalla sua vita del senso del gioco, anche tra le mille difficoltà che oggi l’affliggono, ma anche la sua emorragia energetica per cui non ha più desiderio di capire nulla e di fare nulla.

Concepisco “64 Enigmi” come un antidoto. Un antidoto al processo di sottrazione, ogni giorno più evidente, di uno spazio dedicato all’introspezione, alla conoscenza. Conoscenza anche della natura stellare dell’essere umano. Che attende di essere scoperta.

Nell’immagine in copertina che cosa vedi?

◼︎ Gianluca Magi, 64 Enigmi. Cavalcare i Mutamenti, Lindau 2021.

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