Georges Ivanovič Gurdjieff per scuotere dal torpore e incoraggiare a intraprendere un percorso di consapevolezza, amava raccontare questa antica storia sufi. Tremenda per la sua attualità.

Ieri, con il brano “Solo” di Franco Battiato, abbiamo accennato a Gurdjieff e alla musica oggettiva.
Ieri era il compleanno di Gurdjieff.
Georges Ivanovič Gurdjieff per scuotere dal torpore e incoraggiare a intraprendere un percorso di consapevolezza, amava raccontava questa antica storia sufi. Tremenda e sempre più attuale. Anche più rispetto all’ultima volta – un anno e mezzo fa – in cui ve la abbiamo letta.
Desideriamo riproporvela nella versione scritta da Gianluca Magi.

C’era una volta, non tanto tempo fa, uno stregone che possedeva un gregge di pecore. Poiché era molto avido, non aveva pastori che si occupassero degli ovini. Così, per evitare che si perdessero quando pascolavano sui monti, ipnotizzò l’intero gregge.

A ogni pecora inculcò una convinzione diversa dalle altre.
A una disse: «Tu non sei una pecora, ma un leone dalla folta criniera dorata!»
A un’altra disse: «Tu non sei una pecora, ma un’aquila dalle ali e dal becco potenti, che può spiccare il volo nell’alto del cielo!»
A un’altra ancora disse: «Tu non sei una pecora, ma un uomo! Quindi non temere di essere macellata al pari delle altre. Loro sono pecore, tu no! Torna quindi serenamente all’ovile dopo il pascolo». E così via per tutte le pecore del gregge.
Da quel giorno lo stregone poté stare tranquillo, in quanto tutte le pecore cominciarono a comportarsi secondo il messaggio ipnotico che aveva inculcato loro.

Poiché lo stregone era molto ghiotto della loro carne, ogni giorno poteva scannare una pecora in tutta serenità. Le pecore non erano più impaurite come un tempo quando una di loro veniva sacrificata, e non rabbrividivano più di paura all’idea che l’indomani fosse il loro turno. Non si chiedevano più quanto tempo restasse loro da vivere. Non fuggivano più dal gregge per evitare il macello. Ora, invece, credendosi chi un’aquila, chi un leone e chi un uomo, volgevano uno sguardo spensierato verso il mattatoio, pensando che quella era la fine di tutte le pecore.

Da quel giorno il gregge attese tranquillamente la macellazione.

◼︎ tratta da: Gianluca Magi, Il tesoro nascosto, postfazione di Gabriel Mandel Khan: https://amzn.to/3j0gpTC

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