Ecco l’invisibile creazione di un universo paranoico per agire sui recessi profondi dello spirito dell’individuo, per programmarne le azioni e indirizzarne i comportamenti.

In un articolo di un anno e mezzo fa, dal titolo “Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio” mettevamo in luce come le articolazioni del Potere fossero impegnate a rendere impossibile il dialogo tra le persone per fare cadere in picchiata l’umanità. Un’umanità ridotta a chatterbot in carne ed ossa, cioè software progettati per simulare comportamenti umani e conversazioni con un essere umano. In sostanza, un’umanità che non si ascolta più, non sente più perché preda di paura eteroindotta e preda di schemi di comportamento eteroindotti.
Oggi osserviamo il meccanismo del virus della paura. Lo facciamo così come si smonta un orologio, per comprenderne il meccanismo interno. E cercare di uscire da questo incubo paranoico portato avanti dal regime di Draghi e dall’infame classe politica che lo sostiene.
Traiamo queste osservazioni dal libro di Gianluca Magi “Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura”, libro profetico molto letto e apprezzato dai lettori che ha procurato all’autore altrettante beghe ed ostracismi.

La tattica della “forza attraverso la paura” e la conseguente confezione di idee e azioni su misura per i mass media fu ampiamente utilizzata da Goebbels. […]
Ingigantire i fatti in modo da farli apparire come la prova di minaccia da cui dipende la sopravvivenza e la stabilità della società, l’economia, il buon costume, la morale vigente, la salute pubblica è l’obiettivo dell’VIII Principio tattico, Esagerazione calcolata e travisamento che si concatena al VII, Trasposizione e contropropaganda.

È l’invisibile creazione di un universo paranoico per agire sui recessi profondi dello spirito dell’individuo, per programmarne le azioni e indirizzarne i comportamenti. La pressione che instilla paura nelle persone è il modo più facile per dominare, poiché spinge ad accettare ogni soluzione.

«La vittoria si ottiene non contando quanti ne hai uccisi, ma quanti ne hai spaventati», recita un antico proverbio arabo.

Eliminare ogni bastione su cui l’uomo possa sentirsi inattaccabile, e dunque libero dalla paura. Diffondere il bisogno di certezze, di consolazione, di guida e di obbedienza. Questi sono gli effetti dell’applicazione del Principio tattico VIII, la cui regola psicologica è: per suscitare partecipazione e adesione si deve associare il fatto a episodi storici radicati nella memoria collettiva, come stragi, olocausti, orrori; il forte bisogno emotivo generato paralizza la volontà delle persone, distrugge la loro capacità di pianificazione e di collaborazione, inducendo ad aderire allo scopo economico o politico proposto.

Un dettaglio, un aneddoto, un’azione, un’affermazione espressa dall’avversario è trasformato in qualcosa di sospetto, di minaccioso, gravido di irreparabili conseguenze. Una battuta di spirito verrà deliberatamente iperbolizzata, contorta, contraffatta, trasformata in espressione di sessismo, di fascismo, di maschilismo, di razzismo, di complottismo e così via, a seconda dell’intento accusatorio. Scatta la reductio ad hitlerum, una torsione logica del linguaggio per deplorare, condannare, demonizzare e patologizzare l’avversario, stigmatizzato pubblicamente a una sottospecie di Hitler. Scatta il character assassination, il killeraggio politico, la macchina del fango basati sulla lesione della dignità, sull’intimidazione all’autonomia di pensiero, d’espressione e di libertà di parola; la gogna pubblica attraverso la strumentalizzazione dei fatti; la descrizione faziosa di episodi della vita privata dell’avversario, deformandoli o ingigantendoli.

Nell’Atene classica questa tecnica diabolica aveva, infatti, il nome di diabolé, la maldicenza che semina zizzania e discordia, che mette in pessima luce l’avversario suscitando nell’opinione pubblica un pregiudizio negativo nei suo confronti.
La captatio malevolentiae che crea una collusione tra l’accusatore, il diaballon, e l’ascoltatore – che diventa corresponsabile poiché concorre a prestare fede semplicisticamente o in modo irriflessivo ad accuse non dimostrate o infondate.
L’intento è provocare nell’opinione pubblica una forte reazione emotiva, un’ansia pressante, una paranoia
che non presuppone il chiarimento, bensì la depressione della consapevolezza logica e valoriale.

◼︎ Tratto da: Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, prefazione J.-P. Fitoussi, Piano B, 2021, pp. 147-48.

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