Questa mattinaaaaa, mi son svegliatooooo… e non c’era più nessun!
Questa mattina mi son svegliato e ho deciso di sfogliare un quotidiano. Non so perché una inusuale voglia mattutina di farmi due amare risate mi ha portato a leggere la prima pagina de Il Resto del Carlino.
Forse a causa della strana risonanza lessicale, lo sguardo si indirizza nell’articolo a piè pagina dal titolo “Murales Partigiano Reggiano pericoloso“. Non nascondo di aver pensato ad un servizio di denuncia sul famoso formaggio emiliano, vista l’attuale polemica sulla dieta mediterranea, ma dopo averso riletto capisco che la “forma” è ben diversa.
Nell’articolo si racconta dell’efferato eccidio di otto partigiani durante un rastrellamento nazifascista sul finire della seconda guerra mondiale e del dipinto sulla parete della loro casa natale che ne ricorda il drammatico evento. Ma più che altro l’articolo parla della diatriba tra l’associazione Istoreco, artefice del murales, e la società Autostrade che vorrebbe eliminarlo perché troppo visibile dalle carreggiate dell’A1 e quindi pericoloso per i passanti.
Non intendo certo scrivere queste righe per prendere una posizione sulla questione, che francamente non riesce a raccogliere più di tanto il mio interesse. Ma qualche riflessione mi piacerebbe condividerla.
Ammetto che il rapporto tra me e l’epopea partigiana non è mai stato idilliaco in passato. Vuoi per la principale indifferenza verso storia e politica in fase adolescenziale, accentuata da una vaga ideologia più incline a destra che annusavo in famiglia. Colpa forse la prolissità narrativa delle eroiche gesta dei compagni, enfatizzate da una moltitudine di amici e coetanei sedicenti comunisti e alimentate da rassegne musicali e testi di canzoni.
E fra un “Bella Ciao” di qua e “Il partigiano John” di là, come non citare le parole di un gruppo musicale che di ritmo ne capisce: «La musica balcanica è bella e tutto quanto ma alla lunga rompe i coglioni…».
Ma il tempo passa e fortunatamente anche la testa cambia.
Confutare oggi il valore che i partigiani con le loro azioni hanno avuto nel liberarci dall’abominevole regime nazifascista sarebbe un errore madornale. Cosi come non è possibile dimenticare quanti hanno sacrificato la loro vita per la riconquista delle innumerevoli libertà soppresse dalle dittature totalitarie. E se la definizione di Stato Italiano racconta di una Repubblica democratica fondata sul lavoro con sovranità appartenente al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, lo dobbiamo soprattutto a loro.
Appurate queste sacrosante verità assiomatiche, un po’ di domande ora mi sorgono spontanee.
Dove sono finiti oggi i tanto tifosi partigiani che per tutta l’adolescenza mi hanno riempito le gonadi con le loro storie?
Come può accadere che non riesca a sentire l’eco delle loro voci in questo particolare momento storico in cui a turno chi ci governa è riuscito a calpestare in un solo anno gran parte degli articoli fondamentali della Costituzione?
Perché non odo più canzoni con versi e ritornelli inneggianti a libertà di espressione e difesa di diritti sociali che già da mesi sono stati visibilmente cancellati?
Non sarà che forse è più facile decantare la lotta partigiana all’interno di manifestazioni musicali, feste di partito o seduti comodamente sul divano fumando quel che c’è, solo per boriarsi ipocritamente?
È possibile che la vecchia guardia di sinistra non si accorga di ciò che sta accadendo?
Davvero il popolo italiano è convinto che nel 2021 una dittatura governativa possa esistere solo se si presenta in veste militare e armata di Luger P08?
Le lotte sociali di un partigiano del ’44 trasportato nel presente si ridurrebbero alla conquista del DDL Zan?
Può un rispetto verso coloro che hanno combattuto fino alla morte per liberarci dalle catene dittatoriali, dispiegarsi candidamente in uno stupido dibattito su un murales che li ricorda?
Queste domande per codardia le rigiro a voi…
Perché personalmente mi vergogno di ciò che Virgilio, Guglielmo, Gino, Aldino, Alfeo, Ferdinando, Remo e Ulderico potrebbero rispondermi se lo chiedessi a loro. Avrebbero ragione e non basterebbero le mie infinite scuse per cambiare la narrazione.
Fonti:
• Il Resto del Carlino “Murales Partigiano Reggiano Pericoloso”, 21 maggio 2021.
• Elio e le Storie Tese, “Complesso del Primo Maggio”: https://g.co/kgs/B6ckt4
• Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, prefazione di Jean-Paul Fitoussi, Piano B, 2021: https://bit.ly/3yGoios