Il libro di Gianluca Magi è un testo prezioso. Costringe a pensare a una via d’uscita liberatoria dalla tela, senza smagliature, della manipolazione nelle nostre democrazie in crisi.

Il libro di Gianluca Magi è un testo prezioso. È costruito in modo pulito, essenziale. E proprio questa capacità di condensare (distillare, scrive l’autore) un contenuto possente e poderoso in un volume agile e sferzante è un grande punto di forza.

Il punto di partenza è Goebbels, naturalmente. Il braccio destro di Hitler, vero autore della costruzione del consenso (enigma del consenso, lo definì Ian Kershaw) al nazismo e al suo leader.

Magi scava nel mare di scritti di e su Goebbels e ne torna in superficie con 11 principi, formule, tattiche. Che spiega, dopo una prima parte del testo dedicata alla biografia del Ministro della propaganda e al suo ruolo nelle vicende tedesche dalla metà degli anni Venti alla fine della seconda guerra mondiale, con uno schema ripetuto, cadenzato.

Il principio viene introdotto, in ogni capitolo, con citazioni da Goebbels stesso. Viene poi spiegato nella pratica del regime, ma soprattutto se ne individua la applicazione, mutatis mutandis, nelle nostre democrazie (in crisi).

Capitolo dopo capitolo il parallelo si fa sempre più calzante, pressante, soffocante verrebbe da dire. Alla spiegazione segue, in ogni capitolo, un esperimento di psicologia sociale (alcuni molto noti, altri meno) in cui appare in filigrana la dinamica che i meccanismi di manipolazione sfruttano a vantaggio del potere (politico o economico). A conclusione, di nuovo di ogni capitolo, un elenco di consigli cinematografici.

La sensazione è di essere avvolti in una rete. Presi singolarmente, i diversi aspetti descritti in questo libro sono certo inquietanti, ma affrontabili.

La magia di Magi (pessimo gioco di parole, ma di questo si tratta) è la combinazione di questi elementi in una unica trama narrativa e argomentativa.

E tuttavia ciò che prima facie si presenta come soffocante, questa tela senza smagliature, è invece liberatorio. Perché costringe a pensare a una via di uscita ancora tutta da scrivere.

Come si esce da un sistema in cui ogni opzione è predeterminata?
Se l’opinione pubblica, invece che vivificata, è cristallizzata e piegata dall’alto da internet e dai social, come è pensabile che emerga un pensiero critico? Nella solitudine? Nell’abbandono degli strumenti tecnologici? Nel tradire il proprio schieramento creando ponti con quello avversario per far saltare la contrapposizione fasulla e strumentale?

La lettura di questo testo lascia con molte domande aperte. Ma non è proprio questo già un passo verso l’uscita dalla manipolazione oscura?

P.S. Un grazie speciale ad Anna Mazzone per il consiglio di lettura.

Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, Prefazione di Jean-Paul Fitoussi, Piano B, 2021: https://amzn.to/3umkWUn
È uno dei saggi più venduti in Italia nonostante la censura preventiva iniziale subita e il successivo silenziamento da parte dei mass media nazionali.

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