Come in un viaggio da incubo sotto l’effetto di mescalina, Franco Battiato, in “Shock in my Town”, nel lontano 1998, prefigurava gli scenari della società della sorveglianza. Dai quali ci offre una possibile via di fuga.

Alcuni mesi fa una pontefice, dal cuore gonfio di malcelato rancido veleno, con atto di puro bullismo ha definito il repertorio di Franco Battiato: «Minchiate assolute!».
Un’affermazione che ha procurato disagio a tutti e che ha mostrato a quali aberrazioni, non solo del pensiero, possano condurre le distorsioni ideologiche e l’assenza di una reale educazione dei sentimenti.

Al contrario, Battiato (il 23 marzo ha compiuto 76 anni nel suo fortino fiorito alle pendici dell’Etna) è una colonna portante dell’arte, della cultura contemporanea e della spiritualità (oltre le religioni e le ideologie). Che mette le ali alla parte migliore dell’Italia. E che non ha paura di niente.

Gli esempi sono molteplici. Sin dagli esordi della sua brillante carriera.Prendiamo l’avamposto dello straordinario album “Gommalacca” del 1998, in collaborazione con l’altrettanto grande Manlio Sgalambro. L’avamposto è “Shock in my town”. Che anticipa gli scenari di quel futuro che ora è diventato il nostro presente.

Effetti elettronici che s’integrano con stentoree chitarre; impatto Rock in un alone orchestrale e cori spettrali:

«Ho sentito urla di furore / di generazioni senza più passato / di neoprimitivi / rozzi cibernetici, signori degli anelli / orgoglio dei manicomi».

Ecco le ossessioni della nuova società della sorveglianza. Della nuova normalità a cui dovremmo sottometterci. Sembrava allora fantascienza. Le antenne-sonda di Battiato ne avevano captato gli allora deboli segnali. Oggi, invece, sin troppo forti: i signori degli anelli – armati di Cancel culture, di segnali di comando e controllo tecnologici e ideologici – pongono limiti al pensiero, all’espressione, al movimento, all’economia, alle nostre speranze. Fanno regredire la vita civile a un manicomio, in cui gli esseri umani frastornati, disorientati, si aggirano come neoprimitivi privati del passato.
Nei versi seguenti del brano, Battiato tende ancor più la corda:

«Ho incontrato allucinazioni / stiamo diventando come degli insetti, simili agli insetti / nelle mie orbite si scontrano tribù di suburbani / di aminoacidi».

Il clima apocalittico da macerie morali, il senso di claustrofobia che viviamo oggi viene però finalmente squarciato da un esplosivo invito, capace di rimettere tutto in discussione:

«Latenti shock addizionali / sveglia Kundalini / per scappare via dalla paranoia / come dopo un viaggio con la mescalina / che finisce male nel ritorno».

È l’evocazione degli shock addizionali, del risveglio in forza dell’energia Kundalini. La fuga dalla paranoia. Elementi di liberazione dalle forze negative, che analizzeremo in altri articoli di “Incognita Quotidiana”. Poiché su questo principio dell’interiorità o ‘pensiero del risveglio’ (bodhicitta) gli interventi di “Incognita Quotidiana” pongono le fondamenta, nella pluralità di temi, tagli prospettici e voci. Come diversi lettori hanno già preso consapevolezza.

Battiato attraverso la musica invia certi messaggi diretti alla vita interiore. Per stimolare e creare un interesse verso una certa ricerca. È una finalità raggiungibile quando azione e contemplazione, pensiero e esperienza, mente e cuore si rendono complici l’uno dell’altro.

Alla faccia delle «minchiate assolute!». Battiato è un gigante. Che non ha paura di niente.
Noi su questo veicolo fondamentale per la trasmissione della consapevolezza ci siamo imbarcati. E ciascuno è il benvenuto a bordo.
Ogni giorno su “Incognita Quotidiana”.

– Ascolto:
• Franco Battiato, “Gommalacca”, PolyGram, 1998.
– Letture:
• Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, Prefazione di Jean-Paul Fitoussi, Piano B, 2021: https://amzn.to/3umkWUn .
• Gianluca Magi, Gioco dell’Eroe. La porta dell’Immaginazione, Presentazione di Franco Battiato, con file audio per il download, Punto d’Incontro, 2019: https://amzn.to/328mmWp

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