Possiamo cambiare il mondo se vogliamo. E se non ci riusciremo, almeno ci avremo provato. A marzo del 1976 usciva in italia il capolavoro in pellicola che ce lo ricorda.

Il cuculo è un uccello parassita: a causa della sua dieta non può nutrire i suoi pulcini, dunque depone le uova nei nidi di altri volatili che in tal modo cresceranno i suoi piccoli.

Il nido del cuculo, perciò, non esiste.

Come si fa a volare sul nido del cuculo?
Ce lo mostra il regista Milos Forman nella sua pellicola – capolavoro! – uscita in Italia a marzo di 45 anni fa.

Il pregiudicato Randle McMurphy, interpretato magistralmente da Jack Nicholson, si fa internare in una clinica psichiatrica per sfuggire ai lavori forzati. Qui si affeziona agli altri diciotto ospiti e – da perfetto anticonformista – sollecita i loro animi per evadere dalla prigionia e abbracciare la Libertà.

Ma in manicomio – in slang americano Cuckoo’s Nest – non sono concesse pazzie. Ben presto McMurphy si scontrerà con i metodi sadici del personale e in particolar modo della rigida capoinfermiera Ratched: dietro l’uniformazione ipocrita, che finge di vedere tutti allo stesso modo, si cela il carattere repressivo e carcerario dell’istituzione, il potere che emargina i diversi e le posizioni diverse. Potere che non vuole prendersi cura dell’individuo, bensì svuotarlo di tutte le sue particolarità e unicità.

Il film è una boccata di aria fresca che riaccende la scintilla di libertà insita in ognuno di noi che troppo spesso viene sopita dal Mondo-Clinica che ci ‘normalizza’ per farci funzionare come ingranaggi delle sue norme, credenze e ideologie dominanti.
L’uomo moderno è forzato ad indossare la maschera del folle poiché viene lobotomizzato da una società totalitaria che lo intrappola in una rete di nevrosi scaturite dalla repressione.

La vera tragedia è quando ci dimentichiamo di indossare una maschera e crediamo che questa sia l’unico modo di vivere la vita e non più un semplice “sistema” che ci siamo costruiti attorno: molti dei pazzi ricoverati nel film sono lì volontariamente, a parte i cronici e il prigioniero McMurphy, ma a seguito delle incalzanti domande del protagonista i ricoverati si diranno incapaci di abbandonare la prigionia.

«L’uccellino costretto per troppo tempo a restare chiuso in gabbia, non volerà più via trovando la porta aperta.
La libertà fa paura quando non si è più abituati a farne uso
».

Il sistema vorrà sbarazzarsi dell’Eroe libero che mette in dubbio le imposizioni rifiutando l’uniformazione e sommuovendo gli animi.
Il seme della Libertà, però, è ormai stato piantato. E anche quando la libertà viene repressa nel singolo, germoglierà benefica nel cuore degli altri.

Volerai sul nido del cuculo?

Fonti:

– “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, regia di Milos Forman (1975; in Italia: 1976).

– Gianluca Magi, Gioco dell’Eroe. La porta dell’Immaginazione, Presentazione di Franco Battiato, con file audio per il download, Edizioni Il Punto d’Incontro, 2019.

– Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, Prefazione di Jean-Paul Fitoussi, Piano B, 2021.
> Libro prima censurato e poi silenziato dai media mainstream <

Eventi

Ultimi video

Altri articoli