Un libro incredibile che l’economista Jean-Paul Fitoussi invitava a leggere e rileggere.

«La propaganda è un’arte, non importa se questa racconti la verità». E ancora: «La fede muove le montagne… Portare fino in fondo ciò che si fa… Mantenere il potere con la forza delle armi può essere una cosa buona, ma è molto meglio conquistare il cuore della nazione e mantenere il suo affetto… Propaganda è parlare dell’idea ovunque, anche in tram. La propaganda è illimitata nelle sue variazioni, nella sua flessibilità di adattamento e nei suoi effetti… Dobbiamo far leva sugli istinti primitivi delle masse. Abbiamo una visione: un popolo felice… Abbiamo bisogno di ritmo. Quando s’intonano i nostri canti allora tutti, sino all’ultimo uomo, devono sentire che questo è il nostro credo, la nostra preghiera».

Potrei continuare con queste citazioni che non sono di uno studio di pubblicità, ma di Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda nazista. Il vero stilista del regime hitleriano, lo scopritore della radio e del cinema come mezzi di alterazione e falsificazione della realtà, l’inventore delle enormi parate di Norimberga, della suggestione delle sfilate a Berlino, dello sventolio delle bandiere croceuncinate.

Le traggo da un libro incredibile che l’economista Jean-Paul Fitoussi invitava a leggere e rileggere. Perché ci fa riflettere su quello che sta accadendo o potrebbe accadere oggi nel nostro mondo contemporaneo, su una certa comunicazione, su tanta manipolazione delle coscienze, sulle cyber guerre, sul pensiero unico che ha invaso il pianeta.

Il volume s’intitola Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura. L’autore è Gianluca Magi, pesarese di nascita, professore di Storia e Filosofia della religione indiana alla Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino, già docente di Storia delle religioni in Cina. Con Franco Battiato aveva fondato a Pesaro il Centro transdisciplinare Incognita.

Il libro si apre con la storia del “Diavolo zoppo” come Magi chiama lo spin doctor del Nazismo, zoppo perché dal piede deforme che, nell’antichità, era considerato il marchio dell’indemoniato.

Successivamente vengono prese in considerazione le undici tattiche con cui Goebbels sottomise psicologicamente la gran parte del popolo tedesco e non solo. Sono tecniche raffinatissime, prodotto di una conoscenza profonda della psiche umana e del comportamento delle masse.
Semplificazione, Unanimità, Volgarizzazione, Orchestrazione, Continuo rinnovamento, Contagio psichico, Trasposizione e contropropaganda, Esagerazione, Silenziamento, Verosimiglianza, Trasfusione. Undici modi per rendere le genti sottomesse e alla fine succubi.

Il “Diavolo zoppo” non ne fu l’inventore. Ne fu il terribile adattatore e sviluppatore.
Il dr. Goebbels lesse e si ispirò al contemporaneo Edward L. Bernays, statunitense, uno dei padri della persuasione di massa, considerato un «avvelenatore professionale della coscienza pubblica, le cui tecniche propagandistiche sono paragonate a quelle dei nazisti». Il primo importante incarico dell’americano fu quello di convincere i suoi connazionali a coinvolgersi nella Prima Guerra mondiale. Successivamente, per l’American Tobacco Company s’impegnò nella campagna per convincere le donne a fumare anche in pubblico.

Certo, non ci sono paragoni tra gli effetti determinati dall’opera dello statunitense e quella del tedesco. L’origine però è la stessa: come manipolare il popolo, regredirlo ai livelli più bassi di alfabetizzazione, renderlo incapace di critica, annientare ogni capacità di reazione.

Magi usa un’espressione di Leonardo da Vinci che avvertiva del rischio di diventare solo dei “transiti di cibo”.

Qual è l’obiettivo del libro? Far conoscere le dinamiche della propaganda/pubblicità/comunicazione, capirne gli effetti, e, alla fine, reagire.
Proprio da leggere e rileggere.

[Fonte: VivereFermo]

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