La realtà invisibile compenetra quella invisibile.
Nel cuore dell’umanità appaiono figure ammirevoli che spandono su di noi Luce e consolazione dalla quotidiana miseria. Sono loro a fare la grandezza dell’uomo, e a sollevarci continuamente verso l’alto. Verso la nostra natura stellare.
Sono dei pilastri dello Spirito che sorreggono la realtà invisibile. Quella decisiva. Che compenetra incessantemente quella visibile.
Nel sufismo si chiamano Quṭb.
Quando viene a mancare uno di questi pilastri, la realtà vacilla.
Ci sono esseri speciali, sconosciuti o conosciuti, che per il fatto di essere vivi elevano le frequenze dell’esistenza. Franco era tra questi. Sans doute.
Sono trascorsi quattro anni da quando se n’è andato.
A tutti i giornalisti che il 18 maggio 2021 mi chiesero “conversazioni a caldo”, risposi che sarei stato in grado solo di piangere in diretta. Di più non sarei riuscito a fare. Per decoro declinai quindi ogni invito a caldo.
Franco è stato un amico fraterno che per vent’anni mi è sempre stato vicino.
Il mio affetto e riconoscenza nei suoi confronti sono enormi.
Dicevo: ci sono esseri umani che elevano la frequenza dell’esistenza.
Nel caso di Franco non era solo in forza della sua arte sublime che sollecita le parti più nobili ed elevate di ciascuno di noi, ma per il suo esempio vivente di spiritualità, intelligenza, humor, bontà d’animo e generosità. E di un’umiltà che ti lasciava a bocca aperta.
Oggi in questa Italia scialba e alla deriva, con pochissimi esempi viventi di tali qualità unificate e unificanti, dovremo fare ancora più appello al nostro principio interiore per mantenerle vive. E con esse, la nostra umanità. Lontana da egoismo, utilitarismo, corruzione, prevaricazione, ignoranza ed egemonia delle cose materiali. Che frantumano e dividono. All’interno e all’esterno.
Ne Lo stato intermedio, quel piccolo/grande libro nel quale eliminammo tutto il superfluo per conservare solo l’essenziale, Franco scriveva: «Il passaggio dalla vita a quella che chiamiamo morte è l’argomento rimosso dei nostri tempi. Ma in realtà la morte non è fine, non è inizio. Ma passaggio».
Io gli rispondevo: «La morte è un velo gettato sugli occhi dei vivi. Se accettiamo le nostre trasformazioni, siamo immortali».
È proprio così!
Franco e ognuno dalla mente profonda sanno che il mondo della vita è un manto che accoglie e rinnova.
La Luce Franco è con te!
Che la Luce sia con noi!
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