Male, Stupidità e Menzogna: la “fede” di Goebbels

Fake news, maenstream, post-verità, propaganda, algoritmi che scacciano meme e commenti sgraditi alle versioni ufficiali. Giornali ormai ridotti a cartastraccia (locuzione di Giampaolo Pansa). Narrazioni relativizzate, eppure portate avanti con tenacia sino allo stremo (Covid e guerre, per dire) e quant’altro.
Niente di nuovo sul fronte mediatico. La propaganda è sempre esistita, dagli Egizi ai Greci ai Romani. Si è solo rimodulata di continuo con lo scorrere dei secoli e i millenni.
Senza la propaganda che martella su alcuni paradigmi trasfigurati in parole d’ordine (Fuori il nemico!, Arrestiamo l’avanzata dei Barbari, Dobbiamo fermare il comunismo, Blocchiamo Hitler, Attenti a Putin che vuole invadere l’Europa, etc.) i popoli non andrebbero a combattere e a morire.

Possiamo dire, senza tema di smentita, che il nazismo si è retto su alcune parole d’ordine, input propagandistici codificati da Goebbels. E ora rivisti in termini filologici e semantici, attualizzati, da Gianluca Magi in “Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura” (con la pregnante prefazione di Jean-Paul Fitoussi, «Il pensiero unico, la scelta di un capro espiatorio, l’unificazione del suo messaggio attraverso un abile uso dei media, sono prassi comune in ogni dittatura, comprese quelle dell’antichità»), Piano B Edizioni, Prato (Firenze) 2024 (“Fuoricollana”), pp. 200, euro 15.00.
Appena ristampato, il che tradisce l’interesse del vasto pubblico per un tema così attuale, pervasivo, diremmo decisivo, nel contesto degli scenari geo-politici sconvolti di questi anni, avvolti come siamo dalla “Trinità del Potere”: “Male, Stupidità, Menzogna”.

A vederlo sulla cover questo ometto anonimo non si direbbe che abbia retto per molti anni l’architettura propagandistica di Hitler e del nazismo con intuizioni semplici, quasi banali, ma paurosamente efficaci.
Come per esempio la radio preferita alla carta stampata come strumento privilegiato.
Senza le sue teorie rozze ma potenti («La propaganda è un’arte, non importa se questa racconti la verità»), forse Hitler non avrebbe fatto quello che ha fatto. Per lui la propaganda fu “una fede”, surrogata anzi in una “Chiesa”, proprio con la maiuscola.

Attualissimo, ripetiamo. Specie al tempo in cui dagli schermi tv, le pagine dei giornali e finanche le masserie, tanti piccoli Goebbels si affacciano a regalarci una verità tossica, spesso costruita extra moenia.

D’altronde la loro musa ispiratrice ha lasciato diari per ben 30mila pagine, fra le altre, la famosa frase: «Quando sento la parola cultura metto la mano sulla pistola». E bruciò i libri nelle piazze. Motivo in più, mentre dagli atenei si scacciano le materie classiche e le tv annebbiano i cervelli con tette e cosce (paradigmi estetici del berlusconismo, per cui i media brain trust si dedicano «al compito di penetrare all’interno dell’opinione pubblica allo scopo di controllare, condizionare, manipolare, sfruttare, per mantenere ciascuno in uno stato di impotenza prodotto da un prolungato bombardamento della mente», «modello di dominio che integra potere finanziario, potere mediatico e potere culturale», «dittature senza lacrime», «narcotizzazione delle menti che riducono l’essere umano a pezza d’appoggio per mandarlo in rovina facendogli amare la propria sudditanza», «la malattia totalitaria non è fuori dell’uomo, ma dentro l’uomo…», «l’inondazione mediatica è come la persona che guarda direttamente in faccia Medusa», «senso comune che in realtà è un’ideologia», «le antiche sicurezze sono scomparse», Magi), per tenere ben sveglie le coscienze.

Questo libro prezioso aiuta, correte e procurarvelo. Magi è storico delle idee e delle religioni, filosofo e orientalista. È stato docente all’Università di Urbino di materie legate alle filosofie, psicologie e religioni fra Oriente e Occidente. È inoltre autore di diversi bestseller.

“Tutto ciò è accaduto, dunque può ancora accadere”, Primo Levi.

[Fonte: Avanti!]

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