Edward Bernays (1891 – 1995), nipote di Freud e spregiudicato iniziatore delle pubbliche relazioni, elaborò e mise in pratica idee come «mente collettiva» e «ingegneria del consenso» per «irregimentare, in democrazia, le menti dei cittadini tanto quanto fa un esercito con i suoi soldati».

La capacità di Goebbels d’identificare i meccanismi di suggestione della mente umana, di creare efficaci tattiche di manipolazione per dare al regime l’idea di coesione popolare, è tale che nella Germania nazista i cittadini diventeranno parte di un progetto politico patologico, e si sentiranno portatori di verità universali.
Questo machiavellico genio del male, dalle ambizioni sfrenate, dalla sconfinata e morbosa vanità, dal sarcasmo violento e odioso che non risparmiava nessuno, dallo charme che nascondeva perfidia velenosa, dall’insolenza che oggi ha tanto appeal sull’elettore incerto, dall’intelligenza malvagia quanto fertile, che non lascia mai nulla al caso, è uno dei primi strateghi della comunicazione e delle pubbliche relazioni della storia, in compagnia dell’altrettanto cinico e spregiudicato Edward L. Bernays, uno dei padri statunitensi della scienza moderna della persuasione di massa, assolutamente convinto che qualsiasi idea possa essere “venduta” alle masse, purché ben confezionata e inserita in messaggi ripetuti centinaia di volte.

Il dottor Goebbels è un grande ammiratore del lavoro di Bernays, il quale negli Stati Uniti è già da più parti considerato un Goebbels americano, un avvelenatore professionale della coscienza pubblica, le cui tecniche propagandistiche sono paragonate a quelle dei nazisti.

Karl von Wiegand, corrispondente statunitense dei quotidiani del gruppo Hearst e analista della politica europea, nel settembre 1933 incontra Goebbels che gli mostra la sua biblioteca di propaganda, la migliore mai vista.
Goebbels dice a Wiegand di essere stato ispirato da Bernays, e che stava utilizzando il suo libro del 1932 Crystallizing Public Opinion come base per la sua campagna deliberata e pianificata di distruzione degli ebrei in Germania, avviata il 1° aprile […]

Piccola parentesi sulla portata delle tecniche di persuasione di massa e dell’ingegneria del consenso di Edward L. Bernays – personaggio che rincontreremo nel Principio tattico III, Volgarizzazione.
Saranno sufficienti due rapidi esempi per comprendere le modalità di condizionamento dell’opinione pubblica messe in pratica da Bernays.

Il suo primo importante incarico lo riceve dagli Stati Uniti: si tratta di convincere – anche obtorto collo – il popolo americano, isolazionista e recalcitrante, a un coinvolgimento diretto nella Prima guerra mondiale. Assieme al Creel Committee, un gigantesco laboratorio della moderna propaganda bellica, Bernays sfrutta tutti i media allora disponibili, tra i quali i poster, il più noto dei quali raffigura lo Zio Sam con il dito puntato: «I want you for US Army». Propala pseudoeventi, cioè produzioni mediali per catturare e dirigere l’attenzione dei media – quando non vere e proprie menzogne infamanti antigermaniche, anche cinematografiche – che accusano i soldati tedeschi di deliranti efferatezze. Diffonde una vera e propria isteria collettiva assetata di vendetta, che pretende di «rendere il mondo sicuro per la democrazia grazie agli USA».Bernays riesce perfettamente nell’intento: il 6 aprile 1917 vede l’ingresso USA nella Prima guerra mondiale.

Alcuni anni dopo, per aumentare i profitti del suo cliente “American Tobacco Company”, s’impegna nella clamorosa impresa di convincere le donne a fumare anche in pubblico, allora vietato nonostante l’emancipazione femminile fosse già in atto.
A New York, per la tradizionale parata di Pasqua delle suffragette, organizza la “Fiaccolata della Brigata della Libertà”: a un segnale convenuto le donne estraggono il pacchetto di sigarette nascosto e iniziano a fumare, come accattivante simbolo di liberazione femminile.
Ne deriva una pubblicità clamorosa: le vendite di sigarette si triplicano e da allora le donne si sentono tranquille nel riempire di fumo i loro polmoni in pubblico, al pari degli uomini.

Bernays ha sempre preteso di svolgere un servizio morale per l’umanità. Nel suo libro Propaganda descrive il pubblico come un «gregge che ha bisogno di venir guidato» specie in un regime democratico:
«La manipolazione scientifica dell’opinione pubblica è necessaria per superare il caos e il conflitto».

Qui chiudiamo la parentesi Bernays e apriamo quella Ivy Lee. In un prossimo articolo.

– estratto da: Gianluca Magi, Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, Prefazione di Jean-Paul Fitoussi, Piano B, 2021, pp. 40-42: : https://bit.ly/3x8tgtp

Il libro – nonostante la censura prima e il silenziamento dei mass media dopo – è uno dei saggi più venduti in Italia in questi mesi, al 1° posto Bestseller ibs “Psicologia”:
3 ristampe in meno di 3 mesi grazie al tam-tam dei Lettori.
Una risposta chiara e forte a chi ha deciso che questo libro non dovete leggerlo. Una riprova che la Libertà pulsa nel cuore di tutti noi.
Conoscere è difendersi ed evolversi.



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